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Dall’8 al 17 settembre | 22.30
Martedì 13 settembre |  Alchemical Wedding
LA PELANDA | ZONA ESTERNA

musica

Wow
Bad Peace – Radio Holiday

un progetto di Francesca Cuttica e Leonardo Cabiddu
in collaborazione con Reb 
produzione Short Theatre

www.42records.it/wow 

Molti sposini scelgono di spendere i loro primi giorni come coppia lontani dalla loro città, magari in qualche posto esotico, isolati dal resto del mondo. Una specie di autoesilio per rifondare una nuova unità. Nel 1969 invece, John Lennon e Yoko Ono, decidono di passare la loro luna di miele per una settimana in un letto dell’ Hilton di Amsterdam, e successivamente al Queen Elizabeth
Hotel di Montreal, per promuovere la ‘pace a letto’, con l’intento di fare qualcosa per ‘cambiare il mondo’, in quella che è passata alla storia come ‘Bed-in for Peace’.
Bene, noi non siamo né John Lennon, né Yoko Ono, non ci troviamo in nessun hotel di lusso, e soprattutto non ci siamo sposati.
Prendendo le mosse dal ‘bed-in’ di Yoko Ono e John Lennon, si pone un letto nell’area comune del festival. A partire da questo cortocircuito: un oggetto intimo in una scena pubblica, si costruisce una situazione aperta, a partire dalla quale si mettono in scena una radio, una serie di concerti, interviste di coppia, proiezioni video, etc. Piuttosto che spettacolare, la forma è laboratoriale, cioè senza limiti presupposti, e sperimentale: in cui le conclusioni, o il risultato, non siano prevedibili.
Nel periodo del festival, la radio accompagnerà quotidianamente gli spettatori, introducendo spettacoli, intervistando gli ospiti del festival, approfondendo temi e contenuti.
Ogni giorno, per una mezzora, si svolgerà una parte performativa, con concerti da letto, interviste di coppia sdraiata, proiezioni video.
Il 13 settembre la performance si estenderà al dopofestival, con concerti dal vivo e dj set.
Da Holiday, Grotowskji
Certe parole sono morte, anche se continuiamo ad usarle. Tra tali parole ci sono spettacolo, rappresentazione, teatro, pubblico ecc. Ma cos’è vivo? Avventura e Incontro: non quale che sia; ma che accada quello che vorremmo ci accadesse e poi che accada anche ad altri tra noi.
Per questo di che cosa abbiamo bisogno? Innanzitutto di un luogo e dei nostri; e poi che vengano anche i nostri che non conosciamo.
Dunque quello che importa è che in questo per prima cosa non dovrei essere solo, poi – non dovremmo essere soli.
Ma cosa vuol dire i nostri? Sono quelli che respirano la stessa aria e si potrebbe dire condividono i nostri sensi. Che cosa è possibile insieme? HOLIDAY. Sto parlando di un genere di esistenza più che di teatro?
Disarmarsi.
C’è una connessione diretta tra coraggio e senso. Gli uomini che camminavano nei dintorni di N. duemila anni fa erano piuttosto giovani, parlavano di cose strane e talvolta si comportavano incautamente ma c’era nell’aria un bisogno di rifiutare la forza, di rifiutare i valori dominanti e di cercare altri valori sui quali poter costruire una realtà senza finzione. Quante funzioni sono necessarie qui? Che sforzo, che rituale. E cos’è questa morte? Vestire, coprire, possedere, fuggire, canonizzare, il proprio fardello e cosa rimane, cosa vive? La Foresta. E allora, come essere, come vivere, come dare alla luce come fa la foresta?
Sono acqua pura che scorre, acqua viva, e allora la sorgente e lui, lei, non io: lui che mi faccio avanti a incontrare, davanti al quale non mi difendo. SOLO SE LUI è LA SORGENTE IO POSSO ESSERE ACQUA VIVA.
Sono seduto di fronte a qualcuno che è come me e come molti di voi. Sento un bisogno, così palpabile che sembra potersi toccare con le dita, eppure non riusciamo a trovare le parole per definirlo. Gli faccio una domanda dopo l’altra le domande che in realtà io mi pongo: lui risponde e quando sento che non saprei dire se è la sua risposta o la mia, annoto quel che dice.
emerge la descrizione del nostro bisogno; essere guardati (sì, guardati e non visti), essere guardati, come un albero, un fiore, un fiume
Smetterla con cosa posso aspettarmi, scendere sulla terra e tendere la mano; non è una mano pulita, non importa, ciò che importa è il calore del corpo. Togliersi abiti e occhiali e immergersi nella fonte.

BIOGRAFIA

Gli “WOW” sono nati come gruppo garage lo-fi, a Roma nel 2009, dall’incontro di China e Leo, negli anni, e attraverso le collaborazioni e gli scambi con i musicisti di Roma est / Borgata Boredom e qualche espatriato francese della Grande Triple Alliance internationale de l’Est, virano verso una riattivazione dell’età d’oro della musica italiana – da Mina, Milva, Patti Pravo, Tenco, Endrigo, Morricone, Ciampi, ma anche Bechi, Nilla Pizzi, Buti, Trovajoli ecc… – mantenendo però sempre quell’attitudine degli esordi, immediata e amatoriale: punk.
Amore è il loro primo 33 giri in italiano, uscito nel gennaio 2015, per l’etichetta indipendente 42Records.

…tutto finisce prima di poterne davvero essere felici cosa cerchiamo nelle pieghe della notte, nelle ombre tra le parole, negli abissi che può schiudere la mente? […] La domanda segreta dell’arrivo in ogni nuovo luogo: troveremo anche qui, anche oggi, musica? cosa essere? cosa resta?  (Francesca Cuttica)

Giorno e Ora:8 > 17 SETTEMBRE | h.22.30
Luogo:LA PELANDA | ZONA ESTERNA
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