Un performer in scena, dei piatti da dj, un microfono, dei dischi: Tiresias porta in scena il testo del_ poeta, rapper e performer londinese Kate Tempest, Hold your own (Resta te stessa) e lo fa vivere in una drammaturgia che è simultaneità, trasformazione, intuizione. Giorgina Pi, sulle orme di Tempest, e Gabriele Portoghese in scena, prendono le mosse dalla tradizione teatrale occidentale, per riscriverla e ribaltarla completamente, ritrovando in essa la possibilità di resistere al cambiamento, di creare una propria nomenclatura immaginaria con cui amare le cose del mondo, e trasformando la memoria delle nostre vite in simultaneità, invece che cronologia.
“Tiresia è il veggente che sa, che conosce ciò che si dovrebbe fare. Fa paura ascoltarlo, il suo corpo conturba, è al di fuori dell’ordine naturale, è un corpo che vive più sessualità, più età in una vita. Quando i suoi occhi smettono di vedere iniziano a leggere il futuro. Tiresia è un’entità che nell’Ade custodisce le risposte, è tramite tra l’umano e il divino. È fuori dalla retorica del potere, è continuamente una frattura nella narrazione, non è gerarchico nel sapere e nell’esperire.
La nostra vita di adesso è lacerata e frastornata da ferite ancestrali dovute a questa nuova peste e da pressioni soffocanti causate dalla ferocia rinnovata del capitalismo. Difficile trovare la forza di restare sé stesse/i. Abbiamo chiesto aiuto a chi non ha bisogno di guardare per sapere. (…).” Giorgina Pi