11 settembre | 20:00

La Pelanda – Studio 1

spettacolo – conferenza

50′

in inglese con sovratitoli in italiano

 


 

Questo spettacolo è incluso nell’abbonamento Combo Non-academic lectures insieme a Before Falling Seek the Assistance of Your Cane! Qui trovi tutti gli abbonamenti e le combo.

€15 / €10 ridotto

Rabih Mroué

Make Me Stop Smoking

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Le “conferenze non accademiche” di Rabhi Mroué sovvertono, attraverso la prospettiva della performance, il principio della conferenza, passando dalla presentazione alla rappresentazione e dalla realtà all’immaginazione, rendendo volutamente ambigua la natura del discorso – autorevole e oggettivo – che porta in scena.

In Make me stop smoking, Mroué ricostruisce il paesaggio radicalmente eterogeneo del Libano, un paese distrutto da crisi e guerre, attraverso la presentazione di innumerevoli documenti, anonimi e personali. Video, foto, ritagli di giornale, post di testimoni oculari, si accumulano insieme creando un complesso sistema di narrazioni tortuose. Una collezione vertiginosa che ripercorre l’immaginario del Libano contemporaneo, indagando come la memoria intima e collettiva si intrecci attraverso il processo di archiviazione.

La veridicità e la validità dei documenti d’archivio, così come della “realtà” della ricostruzione, vengono messi in discussione e rinegoziati. Cosa succede quando un paesaggio perduto si riappropria della sua rappresentazione d’archivio?

 


Make me stop smoking è parte della serie “Non-academic lectures” di Rabih Mrouè, che a Short Theatre 2025 presenta anche Before Falling Seek the Assistance of Your Cane, il 12 settembre, e A little bit of the moon, insieme a Anne Teresa De Keersmaker, l’8 e il 9 settembre.

 


Rabih Mroué è nato a Beirut, in Libano, nel 1967 e attualmente vive a Berlino. Attore, regista, artista visivo e drammaturgo, ha scritto e diretto diversi spettacoli, tra cui Who’s afraid of representation (2005), How Nancy wished that everything was an April fool’s joke (2007), Photo-Romance (2009), 33 rpm and a few seconds (2012), So little time (2016), Borborygmus (2019), Sunny Sunday (2020) e Hartaqāt (2023) in collaborazione con Lina Majdalanie. Il suo lavoro, all’incrocio tra teatro, performance e arti visive, sfuma i confini tra realtà e finzione, utilizzando video, fotografie e documenti storici per sfidare l’egemonia dell’archivio. È anche redattore di The Drama Review (New York) e cofondatore del Beirut Art Center (BAC). Rabih Mroué è stato anche membro del Centro Internazionale di Ricerca: Interweaving Performance Cultures della Freie Universitat di Berlino nel 2013-2014. Poi, dal 2015 al 2019, è stato direttore del Münchner Kammerspiele in Germania. Il suo lavoro è stato presentato in molti Paesi, tra cui il Museo Reina Sofia di Madrid, il MoMA di New York e il Centre Pompidou di Parigi.

 


prodotto da Ashkal Alwan (Beirut)
commissionato da Akram Zaatari, 2006

 

ph. Rabih Mroué