Video screenings realised in collaboration with the Accademia di Belle Arti di Roma curated by Luca Valerio, coordinator of the Dipartimento di Progettazione e arti applicate.
avvèrbio /av’vɛrbio/
singolare maschile [dal latino adverbium, composta di ad- «accanto a» e verbum «parola, verbo»]
Parte invariabile del discorso che determina il verbo e anche l’aggettivo o un altro avverbio. In grammatica, avverbî di luogo, gli avverbî che indicano il luogo dove un oggetto o una persona si trova, dove un fatto avviene, il luogo al quale è diretto un movimento, ecc. Gli avverbi di luogo servono a specificare il luogo di un’azione, la collocazione di una persona o di un oggetto nello spazio e la distanza di una persona o di un oggetto rispetto a chi parla o ascolta.
luògo /’lwɔgo/
singolare maschile [latino lŏcus]
1. a. In senso ampio, una parte dello spazio, idealmente o materialmente circoscritta. b. In geometria, si definisce luogo geometrico un insieme di punti del piano o dello spazio che soddisfano a certe condizioni, che hanno cioè, tutti insieme ed essi soli, una stessa proprietà. c. In astronomia, la posizione che un astro ha sulla sfera celeste e che è espressa mediante le sue coordinate.
2. a. Parte limitata della superficie terrestre. Per la sua genericità, la parola può essere riferita di volta in volta a vaste regioni del globo o di un continente, a paesi, contrade, città, oppure a zone più ristrette di campagna o dentro centri abitati, e non di rado a ristrettissime porzioni di spazio sia all’aperto sia nell’interno di un edificio. b. Città, paese, centro abitato. c. Terreno, possesso di campagna, villa, podere. d. Edificio, o parte di esso, destinato a determinati scopi o attività.
3. Parte dello spazio assegnata a persona o cosa.
Visual art, certainly the one with a precise real reference, has always wondered about the representation of space. By way of example, the invention of Renaissance perspective codifies and applies techniques to reproduce reality in such a way as to achieve the effect of the third dimension on a two-dimensional surface. Every representation is however always a simulation of a space, as the effect of three-dimensionality is actually squashed on the surface of the screen.
Audiovisuals, the degenerate offspring of photography, retains its vice of delimitation, of the selection of a part for the whole, forced as it is to adapt to the format of the frame. The mechanical gaze of the camera on reality is necessarily a possible interpretation, vitiated by the choice of optics, angle, exposure, focus, depth of field. A reconstruction of space that from the history of painting inherits rules of composition, golden section, scale effects, colour choices.
To the legacy of the other arts, video adds movement and its own peculiar way of constructing time, and above all it experiments with a concatenation between images through montage that in a very peculiar way contributes to the construction, to the reinvention of space.
On display are works that define a place and consciously construct an illusory space that takes (and claims) a form through the expedients of video language.
Do not be deceived by the apparent adherence to reality. There is no other space. What appears on the screen is primarily a mental space, another place. Another place.
ph. An Act of Un-Seeing – Milica Ćirović (still)