CUT/ANALOGUE non né un catalogo, non è una rivista. È un ibrido tra le due. Taglia il catalogo nel suo consumo temporaneo e rilancia l’analogia con il periodico attraverso scritture variate da saperi, posizionamenti, assemblaggi di immagini, operazioni, teorie a ridosso delle pratiche artistiche. Si rivela nella precipitazione del festival, ma continua a proliferare durante l’anno, di latenza—nel traffico della progettazione, nelle relazioni che la fondano, nelle letture che la alimentano, negli annodamenti affettivi che la fermentano.
CUT/ANALOGUE suggerisce affioramenti testuali situati ed estemporanei che si manifestano per diffrazioni/disgiunzioni/rimembranze/sconfinamenti, che si implicano a vicenda.
Non vuole contribuire a riempire il pozzo della comunicazione ma fomentare le forme della ricezione. Per farlo agisce attraverso quattro sezioni in interferenza: ECOTONI, COMBIN/AZIONI, VIANDANZE, TURBOLENZE.
ECOTONI è la sezione che apre agli immaginari provenienti da altri mondi concettuali, discorsivi, materiali, in “forma di estratto”. Funge da transizione tra ecosistemi adiacenti suggerendo spostamenti graduali, nella tensione oscillatoria dell’in-tra.
COMBIN/AZIONI è la sezione delle conversazioni, spazio per un materiale che si attiva in una reciproca implicazione. Campo di possibilità discorsive che si generano come mescolanze dinamiche tra soggetti, situate in un tempo, contingenti.
VIANDANZE è la sezione delle scritture in interdipendenza dinamica con le pratiche artistiche e le opere presenti al festival (e altrove). Propone una forma di prossimità somatica tra chi osserva e chi è osservato per far balenare pensieri sul sensibile che avviene in scena.
TURBOLENZE è la sezione delle tracce, traiettorie, tragitti in forma di note, contrassegni, chiose dei/delle artist_. Assemblaggi agitati dalla creazione, diventano luogo di transito nello scintillio irrequieto e mescolato del fare.
CUT/ANALOGUE
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