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IN BREVE ⟶ MIKE parte dalla ‘cultura del lavoro’ per dischiudere una ribellione silenziosa. Dana Michel si muove in un mondo di oggetti a cui dà nuovi significati e funzioni, riflettendo sul lavoro d’ufficio che ha svolto per anni, suggerendo un ipotetico mestiere del futuro, inoperoso e fuggitivo. Umorismo e sensibilità per il dettaglio mettono in discussione le percezioni consolidate, all’interno di uno degli spazi teatrali più sorprendenti di Roma – il Teatro di Documenti, ideato dallo scenografo Luciano Damiani.
MIKE è una performance che, nel corso di due appuntamenti di tre ore l’uno, riflette sulla cultura del ‘lavoro’ condividendo un’esperienza che dischiude una ribellione silenziosa, che si prende il suo tempo. Con questo lavoro, la coreografa di Montréal Dana Michel apre una breccia nelle norme sociali, introducendo delicatamente presunte ‘figure marginali’ al centro del discorso.
La performer crea multiple situazioni sviluppate attraverso una propria logica interna. Si muove in un mondo di oggetti a cui dà nuovi significati e funzioni, lontano da un pensiero binario e lineare, riflettendo sul lavoro d’ufficio che ha svolto per anni, e sul suo presente personale e professionale, suggerendo un ipotetico lavoro del futuro, inoperoso e fuggitivo. Umorismo e sensibilità per il dettaglio mettono in discussione le percezioni consolidate, all’interno di uno spazio visionario – il Teatro di Documenti – che è esempio di architettura teatrale unico al mondo, costruito a partire da un’innovativa concezione dell’arte scenica: tutti gli ambienti sono integrati e adatti all’azione teatrale, lasciando che le presenze del pubblico e dell’artista fluiscano e si confondano.
MIKE dispiega un’ecologia del tempo – slow down – che emerge da un orizzonte di procedure spogliate di ogni valore funzionale. C’è una certa orizzontalità nell’approccio ai materiali e alla dimensione spaziale e temporale dal quale traspare un pensiero non gerarchico.
La creazione e produzione di MIKE sono anche un impegno a evidenziare l’idea che senza fiducia in noi stessɜ e nellɜ altrɜ è impossibile vivere vite pubbliche che riflettano la nostra vita interiore. Ristagniamo in uno stato di semi-vita e disarmonia… intrappolatɜ nel traffico infinito di non sapere come rispettare o addirittura riconoscere veramente l’altrɜ. DOBBIAMO IMPARARE A CREDERE L’UNEɜ NELL’ALTRɜ. Dobbiamo prima fidarci del NOSTRO «VERO» SÉ per fare questo lavoro.
E così, con questo lavoro, ho steso tre punti che chiariscono i nuclei attorno ai quali ho scolpito questa proposta performativa:
1) IO DEVO / TU DEVI / LORO DEVONO avere fiducia nel fatto che non possiamo continuare a lavorare in modo sano e coerente con modalità e ambienti che non sono stati progettati per una diversità di menti e sperare di prosperare o addirittura sopravvivere;
2) IO DEVO / TU DEVI / LORO DEVONO devo avere fiducia nel fatto che ‘le arti’ sono il luogo in cui approda una grande percentuale di esseri umani con menti molto diverse per prendersi una tregua, alla ricerca di un rifiorire. Gli artisti, il pubblico e i lavoratori della cultura ricercano un luogo in cui costruire altre possibilità di esistenza nel mondo, e tutti noi potremmo trarre grandi benefici dal passaggio a una modalità che rifletta un maggiore riconoscimento di questa diversità di menti nelle nostre pratiche di lavoro quotidiano;
3) IO DEVO / TU DEVI / LORO DEVONO avere fiducia e credere nelle mie/vostre/loro esperienze interiori per difenderle e costruire futuri sostenibili e possibilmente utili agli altri. Dobbiamo modellare il rispetto di noi stessi.
Ho esplorato questi bisogni attraverso una riflessione performativa sulla cultura del ‘lavoro’, riflettendo sulla mia formazione aziendale e sul lavoro d’ufficio che ho fatto in passato, sul mio presente amministrativo, personale e professionale e sull’evocazione di un futuro lavorativo rivoluzionario e inclusivo.
– Dana Michel
Dana Michel è coreografa e performer, autrice di live art, di base a Montréal. Il suo lavoro fa interagire l’improvvisazione con la coreografia e la scultura, la commedia, l’hip-hop, la cinematografia, la techno, la poesia, la psicologia, la dub e la critica sociale per creare un’esperienza centrifuga. Prima di diplomarsi in Contemporary Dance alla Concordia University, è stata dirigente di marketing, atleta e calciatrice professionista. Nel 2014 ha ricevuto il premio ImPulsTanz Award (Vienna) per i suoi successi artistici, ed è stata inserita nella lista delle coreografe più degne di nota dell’anno dal NewYork Times. Nel 2017 ha ricevuto il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia, e nel 2018 è stata la prima danzatrice in residenza al National Arts Centre, Canada. Nel 2019 ha vinto l’ANTI Festival International Prize for Live Art (Kuopio, Finlandia) e nel 2019 il Jacqueline-Lemieux prize, per il suo contributo alla danza in Canada.
concepito e interpretato da Dana Michel
attivatorɜ artisticɜ Viva Delorme, Ellen Furey, Peter James, Heidi Louis, Tracy Maurice, Roscoe Michel, Karlyn Percil, Yoan Sorin
consulenza scenica e direzione tecnica Romain Guillet
consulenza sonora David Drury
produzione SCORP CORPS – Viva Delorme, Dana Michel
distribuzione neon lobster – Giulia Messia & Katharina Wallisch
coproduzione ARSENIC – Centre d’art scénique contemporain (Losanna, Svizzera), Centre national des Arts (Ottawa, Canada), Festival TransAmériques (Montréal, Canada), Julidans Amsterdam (Paesi Bassi), Kunstenfestivaldesarts (Bruxelles, Belgio), MDT (Stockholm, Svezia), Montpellier Danse (Francia), Moving in November, (Helsinki, Finlandia), Wexner Center for the Arts of The Ohio State University in Colombus (USA)
residenza artistiche Alkantara (Lisbona, Portogallo), ANTI Festival (Kuopio, Finlandia), Centre national des Arts (Ottawa, Canada), Kinosaki International Arts Center and Kyoto Experiment (Giappone), Kunstenfestivaldesarts (Bruxelles, Belgio), Künstler*innenhaus Mousonturm (Francoforte, Germania), Montpellier Danse (Francia) résidence de création à l’Agora, cité internationale de la danse, avec le soutien de la Fondation BNP Paribas / creation residency at Agora, cité internationale de la danse, con il supporto di BNP Paribas Foundation, RIMI/IMIR, SceneKunst (Stavanger, Norvegia), Shedhalle (Zurigo, Svizzera) con il supporto di Tanzhaus Zürich and the Embassy of Canada to Switzerland, The Chocolate Factory (NYC, USA)
con il supporto di Délégation du Québec à Rome
questo lavoro è reso possibile dal supporto finanziario del Canada Council for the Arts, Conseil des Arts et des Lettres du Québec, Ministère des Relations internationales et de la Francophonie e Conseil des Arts de Montréal
ph. Carla Schleiffer