13 settembre | 21:00

Angelo Mai

performance
55′

 

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10€ + d.p. + Tessera ARCI

In affinità con

Léa Katharina Meier

La Grande-Biblioteca-Bagnata-Umida-Lubrificata-Vergognosa

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IN BREVE ⟶ Dopo aver rovistato tra libri, biblioteche, archivi di mezza Europa, Léa Katharina Meier e Mayara Yamada hanno composto delle fiabe lesbiche, cui danno voce e corpo in una performance grottesca e ludica che trasforma la vergogna in piacere attraverso l’incarnazione e la risata.

Léa Katharina Meier-Libro-della-vergogna e Mayara Yamada-libro-della-giustizia vi invitano alla loro grande-biblioteca-bagnata-umida-lubrificata-vergognosa, una performance grottesca e ludica in cui condivideranno storie nascoste nell’armadio, per provare a rispondere a queste domande: come possiamo sviluppare storie di giubilo e archivi ilari dall’esperienza della vergogna? Che tipo di sapere c’è nascosto nell’armadio? Com’è fatta una pratica collettiva di vergogna?

Questo lavoro fa parte di una ricerca visiva e performativa che si concentra su libri, biblioteche e archivi come paesaggi intimi, condotta lungo quest’anno presso l’Istituto Svizzero, che co-realizza la performance a Short Theatre 2024. Le fiabe lesbiche create per questo progetto simultaneamente costituiscono, contaminano e disorganizzano l’archivio a cui il pubblico è invitato a prendere parte.

Tra la rievocazione di esperienze traumatiche e un universo fantastico e infantile, la performance prova a trasformare la vergogna in piacere attraverso l’incarnazione e la risata.

Insieme potremmo ridere fino al pianto, pisciarci sotto e sentirci in imbarazzo.

 


Léa Katharina Meier (1989, Svizzera) è artista visiva e performativa. Utilizzando il clown come pratica performativa, la sua ricerca si concentra sulle nozioni del ridicolo, abbietto e giubilo per creare un universo visivo e sensoriale che possa abbracciare il pubblico. Dai suoi fallimenti più intimi, vuole sviluppare un senso dell’umorismo lurido e lesbico. Sul palco prova a incarnare emozioni negative per trasformarle in fonte di piacere. Narrazione, corpo come archivio, femminilità grottesca, vergogna e infantilismo sono motivi ricorrenti del suo lavoro, che è stato messo in scena in molti spazi e teatri in Svizzera, Italia e in Brasile (Arsenic, Tunnel Tunnel, MCBA, TU-Théâtre de l’Usine, Lateral Roma, Istituto Svizzero, Pivô arte e pesquisa). Nel 2021 ha ricevuto il premio del pubblico e della giuria agli Swiss Performance Art Awards per Tous les sexes tombent du ciel. Quest’anno è stata residente all’Istituto Svizzero di Roma e ha ricevuto il premio della Irène Reymond Fondation di Losanna.

Mayara Yamada è artista, performer e DJ, nata nell’Amazzonia Brasiliana e con base in Svizzera. La sua ricerca è principalmente incentrata sulla performance, ma incorpora anche fotografia, audiovideo, teatro e musica. I temi principali del suo lavoro trattano l’autobiografia e lo studio del corpo, il paesaggio e la memoria, enfatizzando l’indagine sui codici culturali e la simbologia dell’Amazzonia Brasiliana. Mayara esplora come dislocare elementi della sua cultura originale in altri contesti, con strumenti di traduzione e trasposizione, in una pratica che definisce trans-situ, mettendo in discussione le nozioni di registrazione, archivio, rievocazione, presenza e teatralità, nella storia della performance. La scrittura è anche parte importante della sua ricerca. Al momento, intreccia la sua attività performativa con quella da DJ, con il Marara Kelly Art Show series, attraverso una ricerca sul mondo pop e kitsch, fino alla figura della pop star e i suoi elementi sacri e profani nelle celebrazioni brasiliane e della nightlife nei vari continenti che attraversa.

 


ideazione, costumi, scenografia e performance Léa Katharina Meier  
collaborazione artistica e performance Mayara Yamada  
musica Serge Teuscher  
amministrazione e produzione Artemisia Romano  
si ringraziano Veronica Pecile, Camilla Paolino, Serena Bassi  
con il supporto di Affaires culturelles du Canton de Vaud, Ville de Lausanne, Association Arts Visuels Vaud 

in co-realizzazione con Istituto Svizzero

ph. Davide Palmieri

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