Parole poetiche, canti di montagna che sono preghiera e lotta, danze immobili che sfidano la repressione, corpi che accarezzano spazi marziani, visioni di mondo, terra, fiori, burri, ascolti che rompono la grammatica della visione, e poi giganti architetture che si fanno membra morbide pronte ad accogliere azioni atmosferiche, danze estenuate, misteriose esplorazioni ed esplosioni.
Un’edizione che ci ha messo al centro delle cose, dei processi, delle lotte e delle immaginazioni di un modo diverso di fare e stare nel mondo, regalandoci la consapevolezza della forza dei processi collettivi.
La 20esima edizione di Short Theatre si chiude con una lunga lista di doni ricevuti e di gratitudini. Una lista affollata come lo è stata ST25: di volti, sorrisi, emozioni, entusiasmi, commozione, abbracci, sguardi sorpresi e complici.
Il primo grazie, sempre, va al gruppo di tirocinanti: impeccabili e vivide ramificazioni che con il loro contributo hanno portato cura, attenzione ed energia in ogni meandro del festival.
Grazie a tutto lo staff, di tutti i reparti – produzione, comunicazione, tecnica, logistica, amministrazione, biglietteria – per non aver mai rinunciato a immaginare e per aver sempre tentato il meglio per questa costellazione che è Short Theatre.
Grazie allɜ artistɜ che hanno creduto nelle nostre intuizioni, spesso azzardate, condividendo con noi il rischio e trasformandolo in esperienza collettiva, in paesaggi inaspettati.
Grazie ai partner e agli sponsor che hanno iniettato supporto e linfa vitale affinché tutto questo fosse possibile, e a tutte le realtà grandi e piccole che hanno contribuito a plasmare gli accadimenti che hanno riempito questa edizione.
Grazie a MISS — aka Michele, Ilenia, Silvia & Silvia – per aver creduto nella possibilità della trasformazione, e per aver trascinato noi tuttɜ lì nell’esperienza dello stupore.
E infine, ma non per importanza, grazie a tuttɜ voi che ci avete raggiunto: spettatorɜ, operatorɜ culturali, giornalistɜ, studiosɜ, militanti, amiche, affetti, amanti. Una folla palpitante e desiderante che si è mescolata ad altre, e che ci ha accompagnato nell’esplorazione di habitat disordinati, sovrapposti, inselvatichiti con tutta la prossimità e la fiducia di cui non possiamo mai fare a meno.
Dalla tempesta, per ora, è tutto.
A presto!