La coreografia affonda le sue radici in una danza emersa dal quartiere di El Ejido Veinte di Matamoros, Tamaulipas, al confine tra Messico e Stati Uniti, danzata oggi in un contesto di violenza legato allo spazio liminale di un confine, in cui si incontrano traffico di droga, militarizzazione e industria del lavoro a basso costo. Questa danza fa parte delle cosiddette “Danze di Conquista”, originariamente ideate dalla corona spagnola per rappresentare la vittoria cristiana sui Mori nella penisola iberica. Durante la colonizzazione era utilizzata come strumento di propaganda razzista: la differenza tra bianchi e non bianchi viene esportata in America Latina. Le persone indigene erano costrette a personificare il “Moro”, ricreando la propria sconfitta, mentre i Cristiani inscenavano la vittoria della Spagna. Nel tempo la danza ha invertito la sua matrice coloniale, trasformandosi, in contesti moderni/coloniali e, successivamente, neoliberisti, in uno strumento per incarnare forme di resistenza, “re-conquista” e autodeterminazione.
Tramite un percorso dialettico tra genealogia e trasformazione, questa danza “de Conquista” in via d’estinzione si fa repertorio di narrazioni, diventa “de Frontera”, in cui hip hop, racconti coloniali, pratiche indigene e misticismo si intrecciano in un movimento continuo di lotta all’oppressione e all’espropriazione. La frontiera però, per Amanda Piña, non è solo un luogo ma qualcosa che rimane impresso nei corpi: contro ogni paradigma coloniale di universalismo, la Escuela de Frontera non può parlare se non a chi incarna una storia di oppressione.
Nell’ambito di RECIPROCITY, Amanda Piña e la sua compagnia lavorano con diverse associazioni attive sul territorio di Roma orientate a rafforzare la solidarietà con e tra donne con diversi vissuti, nate in Italia e altrove. Questo rinnovato rituale dell’acqua suggerisce un ordine politico femminista, attraverso il quale si ripara e ci si prende cura del futuro. L’acqua nei corpi e nell’ambiente è la strada per nuove forme di solidarietà, scorrendo attraverso e oltre le nozioni di confine, culturale, nazionale, linguistico.
ESCUELA DE FRONTERA
dal 12 al 14 luglio | Coloriage
La sartoria sociale Coloriage incontra Amanda Piña per un momento di scambio e trasmissione di pratiche sartoriali, finalizzato all’ideazione e alla realizzazione di “nahuilla”, gonna di origine preispanica, rivisitata per Roma con una commistione di wax, plastica e paillettes e con sezioni di corolle di fiori, in sostituzione dei simboli religiosi, che verranno indossate dalle partecipanti al progetto nella Frontera / Procesión – Un ritual del agua.
in collaborazione con Asinitas, Carrozzerie n.o.t, CivicoZero, Lucha y Siesta, MaTeMù, SìR – Sharing In Roma
dal 5 all’8 settembre |Teatro India
Amanda Piña e la sua compagnia incontrano le donne provenienti dalle associazioni del territorio per sperimentare insieme pratiche di movimento legate alla danza “de Frontera” che infine irrompono in PiazzaTestaccio il 10 e l’11 settembre.