È dunque così che un mondo finisce? Motus debutta a Roma con lo spettacolo Tutto Brucia, una riscrittura delle Troiane di Euripide – attraverso le parole di Jean-Paul Sartre, Judith Butler, Ernesto De Martino, Edoardo Viveiros de Castro, NoViolet Bulawayo, Donna Haraway – che aggiunge un tassello nello scavo, compiuto dalla compagnia, delle figure del tragico.
Le Troiane inizia con una fine. Il conflitto è alle spalle, Ilio è già stata distrutta. Ciò che resta, tra le rovine, sono gli spettri del passato che ancora agitano il presente. Il futuro è incerto, e pericoloso – eppure, ancora tutto da immaginare. La pandemia, il disastro climatico, le migrazioni: questo tempo dell’Antropocene ha la forma di un campo di tende dove le prigioniere aspettano di essere fatte schiave. Il corpo rotto di Ecuba, la parola profetica di Cassandra, che vede oltre la fine, il grido spettrale di Polissena, l’invocazione ai morti di Andromaca, le violenze subite da Elena e infine il corpo più fragile e inerme, quello del bambino, Astianatte – danno voce ai soggetti più esposti e vulnerabili.
Quali vite contano? Cosa rende una vita degna di lutto?
In uno spazio vuoto, coperto da cenere e cadaveri di mostri marini, emerge la questione della vulnerabilità radicale. Gli elementi naturali compongono un paesaggio emotivo: in questo orizzonte postumano sono il fiume, il bosco, la polvere a piangere. È attraverso il dolore che i personaggi nella scena tragica si trasformano materialmente – divengono altro da sé. Una metamorfosi che, solo se affronta il lutto e il dolore, apre verso altre possibili forme. E scrive il mondo che verrà.
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Tutto Brucia è una co-produzione del Teatro di Roma – Teatro Nazionale, presentata nell’ambito della stagione 2021-2022 del Teatro India in collaborazione con Short Theatre, le cui repliche proseguiranno fino al 23 settembre.