Short Theatre 2021
16esima edizione
3–13 settembre
La Pelanda – Mattatoio di Roma ~ WEGIL ~ Teatro India ~ Teatro Argentina
Teatro del Lido di Ostia ~ Spazi urbani | Roma
anteprima 2 settembre ~ Reale Accademia di Spagna a Roma
Guardiamo in direzione di settembre e cominciamo a battere il ritmo, per far risuonare in una vibrazione reciproca i corpi, le voci, le linee, le superfici, le fronde che punteggiano la città.
Eco vocali, riverberi, piani in oscillazione, falde sonore sotterranee, fremiti fantasmatici, frequenze interrotte. #ShortTheatre2021 si prepara a fare spazio –tra–, per sperimentare soglie d’intimità e poetiche della relazione in un continuo contrappunto tra udibile e visibile.
Densità e fluidità sono gli assi su cui si innesterà l’esperienza della moltitudine, negli intervalli tra parole poetiche, atti di creolizzazione, traiettorie capaci di agitare le presenze, ritmi e tuoni che sappiano invocare zone di attesa, di non ancora, di vibrazione. Laddove l’ascolto emerge come gesto performativo, come passaggio necessario dell’agire politico.
La 16esima edizione di Short Theatre avrà luogo in spazi diversi della città di Roma: WEGIL e La Pelanda – Mattatoio di Roma, il Teatro Argentina, il Teatro India, il Teatro del Lido di Ostia e alcuni spazi urbani, in risonanza con realtà attive nel tessuto sociale e culturale cittadino, con cui tracceremo una topografia della consonanza.
THE ▼OICE THIS TIME è il titolo di questa 16edizione: porge l’orecchio alle percussioni del tempo, convoca il corpo come risuonatore di pieni e vuoti, si installa nella vibrazione reciproca tra le materie, rimbalza sulle superfici dure e molli della città, oscilla nelle pieghe della storia, si manifesta in sostanza fantasmatica, accompagna le pratiche che evacuano dall’orizzonte dominante e rimane senza gravità. Lo fa da qui, ora. Mentre ha luogo. Tutto si sbilancia nella relazione, su ciò sta-in-mezzo e che lì vibra.Immaginazione acustica, travestimenti della lingua, inganni palcoscenici della bocca parole poetiche, scongiuri, imprecazioni e canti d’amore, atti vocali di creolizzazione, l’incantesimo incendiario del grido, partiture ucraine e sefardite comporranno il festival come un panorama sonoro, dispositivo emotivo che si interroga le possibilità del performabile.