Saidiya Hartman: parentele oceaniche e fabulazione critica – SHORT THEATRE 2023

con Annalisa Sacchi, Bridget Ohabuche e Adil Mauro

9 settembre | La Pelanda – Mattatoio di Roma
ANTICIPATION OF THE NIGHT

Una delle storie che Saidiya Hartman ricostruisce in Lose Your Mother riguarda una ragazza torturata a morte su una nave schiavista britannica, probabilmente perché si era rifiutata di danzare nuda per il capitano. Tra le cronache che costituiscono le fonti di Hartman, una in particolare menziona fuggevolmente un’altra ragazza presente sulla nave, appellata col nome di Venus. Hartman comincia a essere perseguitata dal pensiero di questa ragazza dopo aver pubblicato il libro, e dalla frustrazione per non aver trovato nessuna notizia che ne facesse riemergere la storia. Comincia così a elaborare l’idea di una fabulazione critica in cui lavora alla ri-mediazione delle storie annegate e degli archivi allagati della tratta, utilizzando il mezzo della fiction per immaginare non solo ciò che è stato, ma anche ciò che potrebbe essere, intrecciando fili di parentele oceaniche, connettendo brandelli di tracce e dissestando la normatività della “ricostruzione storica”.
Hartman dichiara che, laddove gli archivi ufficiali trattengono memorie minime e lacunose delle vite diasporiche, l’intervento critico permette di ricostruire finzioni profondamente verosimili, fondate su un’estrema prossimità a un lavoro di microstoria, ma completamente autorizzate a intervenire con narrazioni fictional per introdurre nel presente storie nascoste o cancellate.
Il lavoro di ricostruzione del passato accoglie così incertezze e finzioni, riconosce la violenza dell’archivio in quanto luogo di registrazione del potere, ma anche forma straordinariamente elastica grazie ai silenzi, alle zone vuote, alle parti allagate. L’archivio stesso diventa in questa prospettiva uno spazio performativo, costituito dalla perdita e dall’enactment, oltre che dalla presenza. La scrittura del passato permette una rimediazione della violenza in cui la bellezza è usata come “pratica e metodo”, in opposizione al canone che la impone in quanto discorso e insieme di valori fortemente strutturato da una storia coloniale, patriarcale e razzista (Annalisa Sacchi).

Punto di partenza dell’incontro è il libro di Saidiya Hartman, Perdi la madre. Un viaggio lungo la rotta atlantica degli schiavi, trad. it. di V. Gennari, Tamu 2021.


video di CIRCA
photo Claudia Pajewski