TURBOLENZE

Magic Whatever, ovvero l’oracolo accade

Note per EXCLAVE ORACOLO
di Isabella Mongelli

Il Magic Whatever consiste nell’uso di una modalità proveniente dal mondo magico (l’oracolo) in un’attitudine non gerarchica nella comprensione e definizione nel mondo. Senza trucchi magici e nessuna promessa di soluzioni, il performer è parte dell’ambiente in crisi, in una sintonizzazione mimetica con l’ambiente circostante.
Il Magic Whatever avviene in una combinazione variabile di visione, pensiero, sensazione, linguaggio e corpo. La visione non è un’azione ma uno stato della presenza. Il pensiero è l’agente principale nella creazione performativa, nel linguaggio emerge non il pensiero in sé ma il movimento che il pensiero fa. L’oracolo esercita più un sentire per frammenti di sensazioni che un sentire empatico del mondo. Il linguaggio emerge attraverso una tecnica enunciativa, le parole sono materia vibrante, esistono nel mondo in modalità simpatetica in vari gradi di presenza; anche se inutilizzabili, sono oggetti vivi di un rapimento contemplativo. Il corpo è preso in considerazione per la sua postura e presenza e non da un punto di vista interiore-anatomico.

Fufy Stubbs nel bazar del Colle del Gran San Bernardo, ph. Isabella Mongelli

Immaginiamo di essere degli Edipo alla fine del film di Pier Paolo Pasolini—Edipo ha preso coscienza della sua condizione e si è accecato diventando in qualche modo il nuovo Tiresia, il veggente cieco, ora vaga in una periferia del Nord Italia. Abbiamo gli occhi chiusi e siamo arrivati in un vasto campo suburbano, abbiamo la testa reclinata verso l’alto per percepire qualcosa in più dall’aria che attraversa l’ambiente. Decidiamo finalmente di aprire gli occhi e vediamo fronde di alberi, le vediamo per un po’ e poi diciamo: “O luce che non vedevo più, ora mi illumini di nuovo”.
Siamo nel 2022 e la luce che ci illumina di nuovo è una luce tossica piena di raggi ultravioletti. Siamo accecati da questa luce. Siamo avvolte da un’aura emicranica, la visione è frantumata, parte del campo visivo si scioglie, sentiamo un misto di angoscia e un senso di premonizione. Dopo 15 minuti torniamo alla visione della realtà, con un leggero mal di testa e una sensazione nuova che potremmo definire di “prostrazione fiduciosa”.

Che cos’è questo stato che chiamo “prostrazione fiduciosa”?
Con un interesse per l’umano nelle sue manifestazioni materiali e immateriali ci addentriamo nel mondo basandoci su un sentire “atmosferico” che registra un vago sentimento, rumore, visione come contrappunto ai fatti meccanici imposti dalle comuni e quotidiane logiche produttive. La prostrazione fiduciosa è una resa e allo stesso tempo uno slancio. Utilizzando l’aspetto formale ed estetico del setting oracolare, la performance Exclave Oracolo non si basa su effettive credenze nella sfera del magico né propone pattern rituali mutuati da altre culture. Le risposte oracolari si elaborano tramite un lavoro sul linguaggio. L’oracolo parla classicamente il linguaggio del paesaggio, ma in questo caso un paesaggio contemporaneo.

Immagine di copertina di Isabella Mongelli, Passeggiata in montagna con cielo nuvoloso.


Isabella Mongelli porta a Short Theatre 2022 Exclave Oracolo, dal 7 al 9 settembre.


TURBOLENZE è la sezione di CUT/ANALOGUE delle tracce, traiettorie, tragitti in forma di note, contrassegni, chiose dei/delle artist_. Assemblaggi agitati dalla creazione, diventano luogo di transito nello scintillio irrequieto e mescolato del fare.

Vedi anche

Estinzioni e resistenze: un ritual de agua

A distanza di quattro anni, Anna Purna Nativo esplora la ricerca performativa di Amanda Piña, entrando nelle epistemologie sudamericane e mettendo in luce le rivendicazioni politiche che emergono nel lavoro

Un magnetofono incarnato: appunti su Manson

Il regista di Fanny & Alexander, Luigi Noah De Angelis, ci consegna alcuni appunti che hanno alimentato la creazione dello spettacolo “Mason”, un processo di incorporazione che riflette le caratteristiche del personaggio

Leggere per noi

La scrittrice messicano-statunitense Valeria Luiselli, in un ritratto profondo di Barbara Leda Kenny, attraverso la filigrana politica delle sue pratiche di documentazione e scrittura

L’assolo multiplo di Dorothée Munyaneza

La ricerca dell’artista multidisciplinare Dorothée Munyaneza combina musica, testi e movimento per esplorare la rottura come forza creativa, dove la voce può manifestarsi nella preghiera quanto nella protesta