Short Books — Short Theatre&NERO Editions

Riconnettere l’arte al presente significa innescare strategie estetiche e teoriche che riposizionino la produzione artistica dentro il panorama sociale e nella sfera pubblica, mostrando l’implicazione inestricabile tra le forme del poetico e quelle del politico. Per costruire un discorso condiviso dalla comunità che si raduna intorno al festival, Short Theatre cerca di rendere ancora più strutturale l’apertura di luoghi —fisici e digitali— di pensiero critico in cui attivare riflessioni collettive transdisciplinari, ricercando collaborazioni trasversali, alimentando nuovi itinerari di ricerca artistica e punti di domanda sul presente. Da questa desiderio di dar vita a una piattaforma discorsiva espansa e osmotica nasce Short Books, nuova collana editoriale immaginata insieme alla casa editrice NERO Editions, nella quale l’affinità che lega le due realtà assume una forma tangibile.

Short Books ridisegna i margini del campo artistico e di quello teorico e politico, individuando la zona in cui si fanno liminali, mescolandosi e nutrendosi a vicenda, in un’idea di azione culturale in cui saperi e linguaggi si rispondono e si sostengono vicendevolmente. Le pubblicazioni di Short Books sono pensate per ampliare le direzioni teoriche, estetiche e storiche delle arti performative: traduzioni di testi stranieri, a cavallo tra teoria e critica d’arte, non ancora recepiti nel nostro contesto nazionale; miscellanee di testi teorici e critici usciti su vecchie riviste o cataloghi usciti fuori produzione; saggi brevi originali, commissionati ad autori e autrici italiane.

Il primo numero della collana è Palcoscenici Fantasma: Gisèle Vienne di Bernard Vouilloux con la traduzione di Edoardo Lazzari, una delle tappe del progetto espanso che Short Theatre 2022 dedica all’artista, che sarà presentato nella cornice di Villa Medici nella talk Plateaux Fantasmatiques il 10 settembre. Ripercorrendo l’arco delle sue opere, Bernard Vouilloux compone il ritratto artistico di Gisèle Vienne, dividendo la sua produzione artistica in quattro nodi concettuali — palcoscenico, storie, immagini, figure — e ponendo in risalto il forte carattere fantasmatico e viscerale delle costruzioni drammaturgiche di Vienne. Attraverso gli strumenti della psicanalisi, della linguistica, dell’etnografia teatrale primonovecentesca e filosofie post-strutturaliste, il saggio scava nel profondo degli intrecci drammatici e impossibili messi in scena con una raffinata impalpabilità.