8 – 9 – 10 settembre | 10:30 – 13:00 + 16:30 – 18:30
Teatro Argentina
Workshop

Françoise Vergès

Nous tissons le linceul du vieux monde

Parole e pratiche per l’antirazzismo, l’anticapitalismo, l’antimperialismo e l’antipatriarcato

 

Dopo aver acceso la scalinata di WeGil lo scorso anno con le sue parole intorno a Un féminisme décolonial, Françoise Vergès torna a Short Theatre 2020 per chiamare a raccolta e rilanciare la comunità che nella scorsa edizione si radunava intorno al suo discorso.

Nous tissons le linceul du vieux monde: tessiamo insieme il sudario del vecchio mondo. Un workshop intensivo rivolto ad artist_, attivist_, ricercat_, curat_ e rappresentanti delle istituzioni culturali, in cui conoscersi e riconoscersi, mettere in comune le domande, le esigenze, le impossibilità legate al sistema razziale e patriarcale che il capitalismo ha eretto, e che ogni giorno viviamo e contribuiamo a rafforzare, senza riuscire a rilevarle. Dall’ 8 al 10 settembre, tre giorni di riflessione comune in cui imparare insieme nuove parole e immaginare pratiche e strategie per tradurle in pratica.

La violenza sistemica e strutturale del capitalismo razzista e del patriarcato è stata, ancora una volta, aggiornata dalle politiche di contenimento che i governi hanno attuato per rispondere alla pandemia causata dal Covid-19. Femminicidi, assassini di militanti e autocton_, violenze nei confronti delle persone anziane e dei/le bambin_, aggressioni da parte delle forze dell’ordine, violenze razziste, non sono per nulla diminuite. La diseguaglianza, l’ingiustizia sociale e razziale si sono fatte ancora più gravi, contribuendo al rinnovarsi dell’immensa precarietà creata dalla globalizzazione del capitalismo e dalla sua struttura razziale. Questa politica getta una viva luce sulla diffenziazione perpretata dai governi tra coloro che, avendo storicamente beneficiato di protezione, continuano a godere di questo privilegio, e coloro che, altrettanto storicamente, sono stat_ costituit_ come usa e getta, come un surplus e come riluttanti e resistenti per natura a ciò che il potere ha concepito come “vita normale”, e che quindi non solo vengono esposti al virus e alla morte, ma vedono criminalizzati i propri comportamenti. A volte mancano le parole per comprendere appieno l’esplosione di violenza che può manifestarsi, creando una sensazione di impotenza, rabbia, angoscia e disperazione. Eppure ogni giorno, ogni mattina, da qualche parte, donne e uomini resistono, squarciando il velo della normalità del crimine. Uno dei compiti che ci daremo è aggiornare gli intrecci di temporalità e spazialità che creano una vulnerabilità differenziata alla morte prematura delle persone razzializzate, precarie, trans, queer, lavoratrici del sesso, migranti, rifugiate. In questo workshop di tre giorni, che riunirà attivist_, artisti_e ricercat_, cercheremo di tracciare questi intrecci, partendo dai temi che mobilitano in questo momento l’Italia, per poi sforzarci di mettere in parole le nostre aspirazioni e i nostre desideri di emancipazione e liberazione.

Per info vedi Tempo Libero

Francoise Verges, originaria della Reunion, è una studiosa indipendente, attivista e educatrice antirazzista e femminista, autrice di dodici libri, tra cui Un féminisme decolonial (2019, tradotto in italiano, brasiliano e prossimamente in inglese), Monsters and Revolutionaries (Duke UP 1999), Le ventre des femmes. Capitalisme, racialisation et féminisme (2017, di prossima pubblicazione in inglese alla Duke University Press) e Nègre je suis, Nègre je resterai. Entretiens con Aimé Césaire (2005, di prossima pubblicazione in inglese presso Polity). È stata presidente del Comitato nazionale per la memoria e la storia della schiavitù, è curatrice indipendente e presidente dell’associazione Décoloniser les arts che ha aperto un seminario mensile gratuito a Parigi dal 2016. Il suo prossimo libro (La Fabrique, 2020) sarà Une théorie féministe de la violence. Pour une politique antiraciste de la protection.

© Claudia Pajewski