13 settembre | h 17.30
Cinema Troisi

screening + talk
20' + 1h 30'


PRISMA

in italiano e inglese con traduzione di Eva Gilmore

Ingresso gratuito con prenotazione

Ligia Lewis

Una coreografia fuggitiva

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Ligia Lewis in conversazione con Johanne Affricot e Piersandra Di Matteo

È possibile una coreografia fuggitiva? Una scrittura del corpo in procinto di fuggire, continuamente, dalle diverse strategie di cattura? Capace di rendersi imprendibile alle misurazioni dello sguardo universalizzante bianco? E alle sue logiche di sorveglianza dissimulata nelle maglie ambigue dell’inclusione? Contro gli stereotipi che plasmano i corpi delle persone e delle comunità afro-diasporiche, Ligia Lewis dà vita a creazioni coreografiche fondate sulla mescolanza dei registri, che stanno nel danno e nella ferita, sottraendosiagli orizzonti pacificati della commozione. In dialogo con l’artista, Johanne Affricot – curatrice indipendente, fondatrice e direttrice artistica di SPAZIO GRIOT e GRIOTmag – e Piersandra Di Matteo – direttrice artistica di Short Theatre – attraverseranno le tensioni critiche, le tonalità emotive e le ritmiche del movimento che percorrono i suoi lavori performativi intesi come “manovre nell’oscurità” (Tony Morrison).

 

La conversazione è preceduta dalla proiezione del film di Ligia Lewis

deader than dead

Concepita, coreografata e diretta da Ligia Lewis in occasione di Made in L.A. 2020, deader than dead doveva essere una performance per l’HammerMuseum, poi rimandata a causa della pandemia. La pièce diventa una creazione filmica per musei e gallerie.
La versione filmica di deader than dead dispone sequenze coreografiche modulari, divise per capitoli in cui si indaga la morte, la stasi, l’insignificanza. Ligia Lewis interroga il meccanismo del deadpan, quell’esibizione ostentata di indifferenza e impassibilità che produce effetti comici, per via della distanza emotiva manifestata. Ispirata dal monologo finale di Macbeth che viene bisbigliato dallə performer, deader than dead è una coreografia sulla staticità, sulla resistenza alla presa, qualcosa che oppone resistenza a qualunque tentazione di narrazione o rappresentazione. È una performance e una riflessione sul gioco, sulla familiarità che le comunità nere hanno con la tragedia, sul tempo e i suoi cicli, sul contatto fisico come atto di cura o in altri casi di violenza. La creazione si accende di punte di umorismo, convocando il concetto di “corpsing”, termine di origine teatrale che indica quella risata involontaria che scappa di bocca all’interprete in un momento non comico, come un effetto di un fuori luogo, di un non previsto.
Il film non documenta tanto l’interpretazione di un’opera teatrale quanto il potenziale di una performance.


commissionato e prodotto da Made in L.A. 2020 / Hammer MuseumMade in L.A. 2020: a
version è organizzato da Hammer Museum in partnership con The Huntington Library, Art Museum,
e Botanical Gardens
con il supporto di Human Resources, Los Angeles

ideazione, art direction, coreografia, set design Ligia Lewis
in creazione con le performer Ligia Lewis, Jasper Marsalis, Jasmine Orpilla e Austyn Rich
sound dramaturgy, design e film score Slauson Malone, con brani di S McKenna
costume design Marta Martino
testi Ligia Lewis, Ian Randolph, Shakespeare e Ian McKellen
canzone di Guillaume de Machaut, Complainte: Tels rit au main qui au soir pleure (Le remède de Fortune), ca. 1340s
parrucche Gabrielle Curebal

crediti del film
prodotto da Reza Monahan Studio e Jim Fetterley
director of photography / A-camera operator Sean Morris gaffer Eric S. Foster
B-camera operator Steven Wetrich
C-camera operator Alex Zarth
key grip Gilbert Charles Butler
production sound recorder Christopher Trueman
digital imaging technician Dillon Novak
assistente di produzione Yusuke Ito
COVID compliance officer Jennifer Doyle
postproduction supervisor Reza Monahan Studio
postproduction coordinator Sean Morris
editor Ligia Lewis e Steven Wetrich
sound designer, sound mixer Christina Nguyen

still © Ligia Lewis


La proiezione di deader than dead e il talk Una coreografia fuggitiva
sono parte di
PRISMA – Complaint, A Lyric
Ligia Lewis nella città di Roma

Puoi ripercorrere il talk Una coreografia fuggitiva qui o sul canale YouTube di Short Theatre.


Ligia Lewis è una coreografa, danzatrice e artista visiva americana. Le sue creazioni sono definite da un’intensa fisicità, meccanismi di ripetizione e premeditati innesti di surreali che plasmano corporeità capaci di interrogare le gerarchie razzializzate a cui sono sottoposte le soggettività nere. Attraverso la coreografia, sviluppa concetti espressivi che danno forma a movimenti, discorsi, relazioni, enunciati, affetti. Tra le recenti creazioni ricordiamo: A Plot / A Scandal (2022), Still Not Still (2021), deader than dead (film e performance) (2020), la trilogia Water Will (in Melody) (2018), minor matter (2016), Sorrow Swag (2014). Altri suoi lavori sono: Sensation 1/This Interior (2019); So something happened, get over it; no, nothing happened, get with it (2018); Melancholy: A White Mellow Drama (2015); $$$ (2012) e Sensation 1 (2011 / 2014). I suoi lavori sono stati presentati nei maggiori teatri e musei in Europa e negli Stati Uniti, tragli altri HAU, Berlin; Tanzquartier, Vienna; MCA Museum of Contemporary Art, Chicago; Hammer Museum, Los Angeles; Walker Art Center, Minneapolis; Kaaitheater, Brussels; Arsenic, Lausanne; High Line Art and Performance Space, New York; Palais de Tokyo, Paris; Stedelijk, Amsterdam; TATE Modern, London. E in festival e biennali: Ruhrtriennale, Bochum; PolitikimFreienTheater Festival, Frankfurt; Liverpool Biennial; Side Step Festival, Helsinki; BMI/ Centre D’Art Contemporain, Geneva; Diver Festival, Tel Aviv; American Realness, New York. É stata insignita di numerosi premi: Tabori Award nella categoria Distinction (2021); dalla Foundation for Contemporary Arts Grants Award (2018); Bessie Award per Outstanding Production minor matter (2017); una residenza al Factory Artist al tanzhausnrw (2017-19); e Prix Jardin d’ Europe dal ImPulsTanz for Sorrow Swag (2015).


Johanne Affricot è una curatrice, produttrice culturale indipendente e direttrice artistica. Nel 2015 ha fondato GRIOTmag, piattaforma online che ricerca e promuove la produzione artistica e culturale dell’Africa e della sua diaspora, nonché di altri gruppi emarginati della maggioranza globale. Dal 2015 ha ideato e curato una serie di progetti nell’ambito della piattaforma SPAZIO GRIOT. Tra i vari progetti, è direttrice artistica di Mirrors (2019), performance presentata a Roma, Addis Abeba, Johannesburg e Dakar; co-curatrice della personale di Liryc Dela Cruz, Il Mio Filippino: For Those Who Care To See, (Mattatoio, Roma, 2023) e della collettiva Sediments. After Memory, con Victor Fotso Nyie, Muna Mussie, Las Nietas de Nonó, Christian Offman (Mattatoio, Roma, 2022). Ha ideato e co-curato le zine in edizione limitata Rabbia Desiderio (SPAZIO GRIOT, 2022) ed Esercizi per l’Immaginazione di Uno Spazio (SPAZIO GRIOT, 2022).
È particolarmente impegnata nella creazione di spazi quali dispositivi di ri-generazione in cui coltivare, scoprire, trasformare e diffondere collettivamente strategie e pratiche di immaginazione radicale che abbiano un forte impatto culturale e sociale.