TURBOLENZE

Elogio della vita a rovescio

Condividiamo con il pubblico di Short Theatre due materiali tra i tanti che sono rimasti fuori dal montaggio finale del lavoro: Elogio della vita a rovescio / Tre Storie.
Il primo è stato scritto a fine agosto, alla ripresa delle prove, da Giulia Scotti, che ha condiviso il progetto con me e ne è l’interprete.
Il secondo è una delle mie improvvisazioni legata alla visione di Poetry, meraviglioso film del regista sudcoreano Lee Chang-dong del 2010.

Daria Deflorian

 

“Volevamo lavorare su un libro di Han Kang,
La vegetariana.
Dal punto di vista della figura della sorella.
Abbiamo fatto una prima settimana di prove, è andata molto bene, eravamo contente.
Ci rivediamo dopo un mese e Daria, la regista
porta un altro libro di Han Kang, Atti umani.
Dice:
Non si può capire La Vegetariana se si esclude il discorso sulla violenza,
questo libro parla di un massacro, secondo me ci dobbiamo lavorare.
Le dico: va bene.
Iniziamo a lavorare su Atti umani.
Passano un paio di giorni.
Daria arriva alle prove e ha in mano un nuovo libro.
Il terzo libro di Han Kang.
White book, il libro bianco
Esiste solo la versione in inglese, non è ancora stato pubblicato in italiano.
Lo vuole tradurre lei.
Dice: sai leggere l’inglese?
Io rispondo: non bene
Lei dice: è facile.
Non è vero, è scritto difficile.
Torno a casa e leggo il libro in inglese.
Anzi no, torno casa e mentre cammino penso: sono finiti i libri.
È giovane Han Kang, ha scritto poco.
Il giorno dopo,
penultimo giorno di prove
Daria arriva con un altro libro.
È di una scrittrice cinese.
Mi guarda e dice:
questo libro c’entra tantissimo.
Io la guardo e le dico: no Daria, basta”.

“C’è una luce calda, estiva.
che proietta l’ombra delle foglie, dei rami sull’asfalto.
Un albero. Una donna è seduta sotto l’albero
con una mela in mano, un po’ anziana.

È la scena di un film coreano che ho visto.
Il film inizia con la donna che si iscrive ad un corso di poesia.
È anziana e le hanno diagnosticato l’Alzheimer,
sta perdendo le parole… anche se lei non se ne vuole ancora capacitare.
C’entra o non c’entra con la malattia si iscrive ad un corso di poesia.
Lei, che non ha mai capito come si possa scrivere una poesia,
lei, che non l’ha mai fatto in vita sua,
lei, che fa delle domande al maestro come: sì, ma da dove viene l’ispirazione?
E il maestro, che la prende molto sul serio,
che le dice che bisogna imparare a guardare, a stare.
Lui che dice che se prendi un frutto in mano,
se prendi una mela non è che sai già cos’è, devi starci un po’.
Devi stare in relazione con quella mela.

E tu la vedi sotto l’albero che guarda la mela che ha in mano e si chiede:
ma io cosa ci faccio con questa mela a parte mangiarmela,
l’unica cosa che ho fatto per tutta la vita?
Vorrebbe vedere qualcosa oltre a una mela. Sta lì.

E alla fine del film tu vedi, tu senti la poesia che lei ha scritto.
Ce l’ha fatta. Scritta a una ragazzina che si è buttata giù da un ponte.
Una brutta storia, dove è coinvolto anche il nipote della donna.
L’hanno violentata per mesi nel bagno della scuola, un gruppetto di ragazzi.
E la ragazzina non ce l’ha fatta.

Guardi la scena, la signora non c’è mai,
ma vedi tutto il percorso che lei, la poesia fa,
la strada, il pullman, le case,
esce dalla città,
va ancora avanti e ad un certo punto arrivi al ponte dove la ragazza si è buttata giù.
C’è la ragazza che non si è ancora buttata,
è sul parapetto ed è come se la poesia le andasse incontro
lei si gira e ci guarda, guarda la poesia che sta arrivando.
Ci guarda.
E io in quel momento lì ho pensato: la salva.
La poesia la salva.
Invece lei…non la vedi eh che si butta giù, lei continua a guardare verso di noi.
Tu lo sai che non basta.
Guardo il film e penso alla sorella. Ecco, anche qui, la sorella.
Penso: il passato non si cambia”.

 


Daria Deflorian è attrice, autrice e regista. Nel 2012 vince il Premio Ubu come miglior attrice e nel 2013 le viene assegnato il Premio Hystrio. Dopo anni di produzioni indipendenti dal 2008 condivide i progetti con Antonio Tagliarini. Con i loro spettacoli, presentati in Italia e in Europa, hanno ricevuto numerosi premi: Premio Ubu come miglior testo nel 2014, miglior spettacolo straniero in Canada nel 2015, Premio Riccione per la drammaturgia nel 2019 e Premio Hystrio per la drammaturgia nel 2021. Nel 2020 mettono in scena il testo di Edouard Louis, Chi ha ucciso mio padre, che nel 2021 vince il Premio Ubu al miglior attore under 35 al protagonista, Francesco Alberici. I loro testi sono pubblicati da Titivillus, Cue Press e Sossella editore. Daria Deflorian è artista associata alla Triennale di Milano 2022/2024.


TURBOLENZE è la sezione di CUT/ANALOGUE delle tracce, traiettorie, tragitti in forma di note, contrassegni, chiose dei/delle artist_. Assemblaggi agitati dalla creazione, diventano luogo di transito nello scintillio irrequieto e mescolato del fare.

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